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La consulenza familiare rappresenta un importante strumento di risoluzione dei conflitti. Il Dipartimento del Senato di Berlino mette a disposizione un servizio di consulenza gratuito per sostenere famiglie e coppie che si trovano ad affrontare conflittualità interne di qualsivoglia natura. Vi si può accedere facilmente (si veda al paragrafo sottostante “Come trovare il centro più vicino”) e, se richiesto, può svolgersi in anonimato. L’obiettivo della consulenza familiare è quello di fornire strumenti adatti a fare i conti con le proprie problematiche, acquistando fiducia nella propria capacità di domare i conflitti.

 

Contro lo stigma: richiedere aiuto è il primo passo per la risoluzione dei conflitti.

Tante volte, quando ci si trova in situazioni spinose che causano malessere, risulta difficile ammettere a sé stessi e capire che è necessario chiedere aiuto. La paura di essere giudicati, accompagnata all’idea che le cose un giorno si risolvano da sole, porta a trascurare il problema, e se ciò succede si rischia di alimentare e prolungare comportamenti “tossici” che inquinano tutti gli aspetti della vita. Nei casi più gravi si può purtroppo assistere a dei veri e propri drammi: traumi, depressione, suicidi, ecc…

Per questo è estremamente importante trattare l’argomento e invitare tutti a parlarne, perché solo così facendo si possono migliorare le cose.

 

A chi ci si rivolge la consulenza familiare?

Il servizio si rivolge a genitori, tutori, coppie così come a bambini e adolescenti di qualsiasi cultura, etnia e religione.

Quando figli o bambini in affido attraversano la pubertà o l’adolescenza possono riscontrare difficoltà, manifestando comportamenti (dolori alla pancia, rifiuto di andare a scuola, fare la pipì a letto, ecc.) che nascondono un malessere.

Essere genitori è un compito molto difficile. Quando si diventa genitori si crede basti emulare o evitare i comportamenti dei propri genitori per essere in grado di affrontare le “responsabilità genitoriali”. Altri addirittura, solo per il fatto stesso di aver procreato, pensano di poter fare i genitori attraverso una vera e propria “investitura”, come se partorendo o vedendo partorire si potesse essere automaticamente in grado di fare il genitore. Quello che succede più spesso è che i genitori si sentano “soli”, pensano di “dover” riuscire a far tutto da soli, fissandosi degli obiettivi enormi o impossibili da raggiungere, sia nella relazione con il partner, sia nella relazione con il figlio (come quella di assomigliare sempre più alla cosiddetta “famiglia del mulino bianco”). Questo perché si parte dal presupposto che sia necessario vivere nella famiglia perfetta, dove tutto scorre placido e ogni problema, taciuto per quieto vivere, passa in sordina. Per creare relazioni sane è sempre bene confrontarsi e parlare ad alta voce, perché, come si suol dire, i nodi vengono al pettine.

Spesso i genitori si trovano alle prese con figli scontrosi che agiscono in modo a loro incomprensibile e non riescono a instaurare un rapporto di reciproca fiducia. In questi casi, non sapendo come comportarsi, è facile che si ritrovino a imporre regole ferree e divieti che in realtà vanno solo a minare la loro stabilità già molto precaria. I consigli di professionisti possono contribuire ad acquisire prima di tutto consapevolezza!

I motivi per richiedere la consulenza possono essere di entità più o meno grave e i comportamenti disfunzionali hanno origini che variano da caso a caso. Per esempio, disagi sorgono spesso in immigrati di seconda generazione, cioè giovani che sperimentano difficoltà nell’ambientarsi perché figli di genitori stranieri. Anche separazione e divorzio possono condurre a manifestazioni allarmanti, come l’insorgere di atteggiamenti scontrosi in ambiente scolastico, nei confronti di insegnanti o compagni.

La consulenza si rivolge infatti anche a coppie che sperimentano conflittualità o decidono di separarsi. In questo caso la consulenza aiuterà a capire come prendere decisioni che non danneggino i figli e, ove possibile, a ristabilire un rapporto pacifico. Per casi del genere è stato istituito un centro apposito (Zusammenwirken im Familienkonflikt e.V.), il cui compito è quello di sostenere queste coppie nel difficile percorso che accompagna i figli a superare la loro separazione e, non da ultimo, a evitare che i conflitti sfocino in manifestazioni violente, fisiche o mentali che siano. La violenza domestica è una piaga della società che statisticamente riguarda soprattutto le donne, ma può essere operata ai danni di chiunque, persino dei figli. Specie in situazioni conflittuali è bene stare all’erta e denunciare alle prime avvisaglie.

Come fare richiesta e come trovare il centro più vicino?

I centri di consulenza sono in tutto 28 e sono dislocati in tutta l’area berlinese. Al link 28 Berliner Erziehungs- und Familienberatungsstellen potete trovare la pagina con le varie opzioni e zone. In alto alla pagina è possibile selezionare la lingua desiderata (sono presenti inglese, italiano e spagnolo). Inoltre, è possibile scegliere la lingua in cui volete che si tenga la consulenza inserendola nel filtro di ricerca. Tra i 28 centri presenti sul territorio ce ne sono 22 per l’inglese, 2 per l’italiano e 5 per lo spagnolo. Possiamo dire che il servizio cerchi di essere il più inclusivo possibile.

Ma come si svolge la consulenza? Una volta stabilito il primo contatto, viene richiesta una prima panoramica della problematica che si vuole affrontare e viene fissato il primo incontro che avviene in linea di massima entro 4 settimane dall’inoltro della richiesta. Nel caso di emergenza verrà invece concordato un appuntamento entro massimo 2 giorni lavorativi. Dopo questa prima consulenza, il team del centro si occupa di stabilire come procedere, quindi se reindirizzare le persone verso altri enti maggiormente specializzati o se invece le risorse fornite in sede siano sufficienti. I centri di consulenza operano quindi in collaborazione con altri enti; l’idea di partenza è quella di inserire i pazienti in un’ampia rete sociale, promuovendo una forma di integrazione e fornendo più punti di riferimento.

Con questi strumenti è veramente possibile trovare una via d’uscita da un tunnel che sembra senza fine: il primo passo è guardarsi dentro e ammettere a sé stessi di avere bisogno di aiuto. È un percorso di introspezione molto faticoso che richiede grande coraggio, perché guardare dritto negli occhi i nostri demoni ci fa molta paura. Essere accompagnati nel percorso che porta a domarli è quindi un sostegno prezioso.

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