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Il problema delle droghe è da lungo tempo discusso dalle Nazioni Unite, che mirano a combatterne l’abuso tramite da un lato una limitazione dell’uso a fini esclusivamente medici e scientifici, dall’altro contrastando il traffico, con lo scopo di scoraggiare i narcotrafficanti.
La maggior parte delle politiche statali privilegia l’astinenza, la proibizione e la repressione, ma un numero sempre maggiore di Stati, primo tra tutti la Svizzera, sta riconoscendo l’inefficacia di questi approcci. Di fatto questi favorirebbero le attività illegali connesse alla droga, creando più problemi delle droghe stesse. La politica svizzera in materia di droghe, d’altro canto, è maggiormente orientata verso un’ottica umanitaria, volta alla salvaguardia della salute pubblica e dei diritti umani delle persone tossicodipendenti.

La Svizzera è sempre stata tra i paesi con la percentuale più alta di tossicodipendenti, basti pensare al Platzspitz di Zurigo, considerato la più grande scena aperta della droga in Europa. A tal proposito, da oltre vent’anni, il paese ha introdotto una terapia basata sulla prescrizione di diacetilmorfina, la forma farmaceutica dell’eroina. Le somministrazioni sono strettamente regolamentate e controllate e vengono effettuate su coloro che soffrono di una grave dipendenza.
Il programma, attivo dal 1994, risulta essere efficace per tutti quei tossicodipendenti che ne prendono parte ogni anno, permettendo loro di uscire dal giro della droga con i giusti tempi. Questo rientrerebbe nella cosiddetta “politica dei quattro pilastri” svizzera (prevenzione, terapia, riduzione del danno e applicazione della legge), una serie di misure volte da un lato ad evitare la diffusione di stupefacenti, attraverso la prevenzione delle dipendenze e la repressione del traffico, dall’altro ad aiutare i tossicodipendenti offrendo loro la terapia con la possibilità di reinserimento nella società.

La distribuzione controllata di eroina ha permesso di diminuire la trasmissione di malattie, infezioni e overdosi, oltre a tutta la criminalità legata allo spaccio. Infatti, i tossicodipendenti non sono più costretti a gesti estremi per procurarsi le dosi, ma sono piuttosto considerati pazienti e sono coperti dalla cassa malattia, sottoposti a cure mediche e assistenza psicologica. Nonostante ciò, comunque, alcuni partiti politici non sono a favore di questo provvedimento, preferendo invece una politica basata sull’astinenza. Una ragione dell’opposizione sarebbe per l’appunto che la distribuzione controllata di eroina sia finanziata dall’assicurazione malattia. E inoltre c’è il timore che in futuro diventi possibile estendere i programmi di distribuzione controllata ad altre sostanze, come per esempio la cocaina.

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